VECCHI MA VISPI

VECCHI MA VISPI 

   

ATTO UNICO-3 UOMINI-3 DONNE-BRILLANTE  
Siae:  817395

 

Una famiglia. Un anziano ed i suoi rapporti con essa;
l’incontro con una persona in grado di far 
battere forte il cuore; attualissima e molto divertente. Possibilità di traduzione.

PRIMAVERA VIOLA

PRIMAVERA VIOLA

ATTO UNICO- BRILLANTE-2 UOMINI-2 DONNE

SIAE    918043A

 

Il tifo, si sa, gioca brutti scherzi…e quasi sempre contribuisce a allargare il divario di idee tra maschi e femmine…ma è anche vero che per la squadra del cuore si rinuncia a tutto, ma proprio tutto!

ESTATE IN NERO

ESTATE IN NERO

 

ATTO UNICO- BRILLANTE-3 UOMINI-5 DONNE

SIAE   918041A

 

E’ morto Ulisse. E quando sono morti sono tutti bravi. Anche Ulisse era bravo, però madre natura era stata generosa con lui…molto generosa…e allora, sotto un sole cocente, gli si da’ l’ultimo saluto, tra il becchino che aspetta impaziente e il carro funebre che si ferma improvvisamente.

AUTUNNO ROSSO

AUTUNNO ROSSO

 

ATTO UNICO- BRILLANTE-3 UOMINI-2 DONNE

SIAE   918044A

 

Le badanti…chi le benedice, chi le maledice…la verità è che sono donne lontane dalla propria patria, e da tutto quello di cui hanno realmente bisogno. Ma nel parco, tra un’imprecazione e l’altra dei vecchi a cui prestano assistenza, ritrovano finalmente un piccolo ricordo da coltivare…

BIANCO INVERNO

BIANCO INVERNO

 

ATTO UNICO- DRAMMATICO-1 UOMO-3 DONNE

SIAE   918042A

 

Una nonna col cuore affaticato. Una nipote che le vuole un sacco di bene, anche se non riesce a dimostrarlo fino in fondo. E infine lui, che è sempre stato presente nella vita di tutti noi…una commovente storia nel freddo intenso di un Natale particolare.

FANTASMI IN COMUNE

FANTASMI IN COMUNE

 

ATTO UNICO-BRILLANTE-5 UOMINI-4 DONNE              (La proporzione è facilmente variabile)

SIAE 914873A

 

 

L’intera farsa si svolge nella sala riunioni del Consiglio Comunale di Aspice, una cittadina di un qualunque luogo italiano, ma preferibilmente nel centro della penisola.

La farsa è volutamente scritta in lingua e non in dialetto, perché chi la mette in scena possa avere la facoltà di cambiare le parole a suo piacimento, e renderla così più fruibile dalla platea a cui sarà rivolta.